La storia artigiana di Diego Busacca

Quella di Diego Busacca è una storia artigiana che potremmo definire “completa”, con la sua attività che, quando Diego deciderà di concedersi il meritato riposo, verrà rilevata dal figlio Marco. Dal 1979 Diego Busacca è impegnato nel campo della televisione (prima con una tv privata, quella delle Alpi) e della fotografia, ma solo dal 2007 ha deciso di mettersi in proprio, divenendo artigiano a tutti gli effetti.

Una decisione presa quando, nello stesso anno, il figlio Marco ha finito la scuola ed ha deciso di seguire la sua stessa strada lavorativa. In quel momento, Diego ha capito che la strada della ditta artigiana sarebbe stata quella adatta a lui.

Ed ora ecco la sua storia, quella del suo lavoro e, soprattutto, quelli che sono i consigli rivolti non solo ai giovani, ma anche e soprattutto ai colleghi di tutti i giorni.

Diego Busacca (a sinistra) e il figlio Marco (a destra)

Diego impegnato in un servizio fotografico

 

L’intervista a Diego Busacca

Ecco l’intervista realizzata a Diego, in cui ha parlato della sua storia e del suo lavoro: una professione in continua evoluzione e molto diversa rispetto a qualche decennio fa.

 

Diego, cominciamo dal principio: come è nata la tua azienda?

Come detto, dalla fine degli anni ’80 ho cominciato a lavorare in questo campo e poi, nel tempo, sono divenuto libero professionista. La passione di mio figlio Marco per il mio stesso lavoro si è rivelata fondamentale per la fondazione della nostra attività nel 2007 e, da quel momento, ci siamo evoluti passando da ditta singola a società in accomandita semplice.

 

Sul tuo portale online parli di importanti collaborazioni con le principali reti televisive italiane: raccontaci queste esperienze e che tipo di lavori hai svolto

Nel nostro percorso lavorativo abbiamo collaborato con tante e diversi emittenti nazionali. Da Canale5 a Italia1, ma anche con la RAI e tante trasmissioni hanno visto il nostro contributo. Parliamo ad esempio del programma la Talpa, che ha portato mio figlio Marco a restare per ben tre mesi in Sudafrica durante le riprese, ma anche Scherzi a parte ed altre collaborazioni a Milano e Roma. Ancora, ci siamo occupati della diretta della Coppa del Mondo di sci, sia da discesa che di fondo, lavorando insieme a Infront, ma anche del Campionato Italiano di Volley, trasmettendo insieme alla Rai le dirette della finale di Champions League da Bolzano.
Collaboriamo poi con Fisi (Federazione Italiana Sport Invernali, ndr) Nazionale e del Trentino, realizzando anche diverse trasmissioni in televisione.

 

Cosa significa, al giorno d’oggi, essere un artigiano videoperatore?

In primo luogo, sapersi adattare ai cambiamenti: noi, ad esempio, nel tempo abbiamo orientato il nostro lavoro verso il cliente finale, indipendentemente dal fatto che sia un Ente pubblico oppure un soggetto privato. Poi ovviamente questo è un lavoro stimolante, ma richiede anche una grande creatività, che è fondamentale. Inoltre, essere una ditta artigiana che si occupa di video significa, al giorno d’oggi, essere molto di più di un buon cameraman o un buon montatore. Bisogna saper gestire il cliente, programmare al meglio il proprio lavoro, creare dal nulla un’idea, ma anche gestire l’intera regia di un evento e soprattutto i collaboratori che partecipano alle diverse fasi del lavoro. Si tratta di una professione che è cambiata radicalmente nel tempo e che credo continuerà a cambiare in fretta. Per questo è necessario restare aggiornati sempre, sia sugli apparati da utilizzare come camere, obiettivi, supporti, luci e software, ma anche capire i nuovi mood lavorativi, come raccontare storie attraverso le immagini e quali possono essere i nuovi metodi di montaggio. Bisogna vedere ciò che fanno gli altri e lasciarsi influenzare, continuando ad inventare qualcosa di nuovo ed esprimendo al meglio il nostro lavoro per ottenere la miglior qualità finale possibile.

 

La tua azienda, inoltre, è puramente a “trazione artigiana”, dato che sarà tuo figlio a portarla avanti dopo di te.

Direi però che, al  momento, la nostra è un’azienda a “trazione integrale più che solamente artigiana. Questo perchè ognuno gestisce il proprio compito con le proprie peculiarità e specializzazioni, ma comunque tutti noi viaggiamo sempre verso l’obiettivo comune: un lavoro realizzato nel modo giusto e di alta qualità.

 

Infine, uno sguardo alle nuove generazioni: quali consigli ti sentiresti di dare ai giovani che vogliono approcciarsi oggi a questa professione?

Vorrei mandare un messaggio ai tantissimi giovani che, ogni anno, escono dalle scuole che si occupano di fotografie, video e simili. Ai miei tempi, la telecamera o la macchina fotografica erano degli investimenti enormi, davvero importanti, basti  pensare che costavano anche 60 milioni di lire. Ora la tecnologia è però alla portata di tutti, anche se questo non fa di ogni persona un operatore, un montatore o addirittura un regista. Si tratta sempre di un lavoro e come tale va intrapreso e coltivato, facendo gavetta, imparandolo con tanta umiltà.
In conclusione, vorrei rivolgere un invito ai colleghi: lasciatevi influenzare dagli altri e date valore al vostro lavoro, sia dal punto di vista economico che da quello professionale.

 

DATA DI PUBBLICAZIONE

30.05.2010

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REFERENTE

Andrea Paissan
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